Descrizione
Non si conosce l’esatta origine del castello ma la sua posizione strategica e il ritrovamento di oggetti della tarda età del bronzo e della prima età del ferro farebbero pensare all’esistenza di un antico castelliere. Sappiamo da fonti documentate che il castello, feudo della Chiesa di Feltre, nel XII secolo apparteneva ai signori d’Ivano, ai quali fecero seguito numerose occupazioni legate alle dominazioni del territorio.
A partire dal 1314 prese vita la giurisdizione d’Ivano che comprendeva i paesi di Strigno, Ivano e Fracena, Villa e Agnedo, Ospedaletto, Scurelle, Spera, Samone e Bieno. A questi si aggiunsero nel 1333 Grigno e nel 1356 i paesi del Tesino. Nel luglio 1829 i Wolkenstein, che ebbero il castello come feudo pignoratizio nel 1496 e nel 1678, trasformato poi in perpetuo da Maria Teresa nel 1750, rinunciarono al governo della giurisdizione e questa venne trasferita a Strigno.
Dal primo dopoguerra, e precisamente dal 1927, Castel Ivano appartiene alla famiglia Staudacher e dal 1982 è diventato sede di importanti manifestazioni artistiche e centro internazionale di cultura.
La parte più antica del castello, il mastio, dove campeggia il grande stemma del carro rosso dei Da Carrara, e la cortina interna di mura risalgono probabilmente ai secoli XI e XII. Questa prima cerchia comprendeva anche l’area degli antichi casamenti, diventati poi palazzi di qua e di là, e di quello centrale che sarà costruito alla fine del XVI secolo.
L’antico ingresso era costituito da una porta fortificata aperta su un antemurale posto sul lato orientale e difeso da un rivellino passante merlato con caditoie e saracinesche. Sopra la porta ogivale di quest’ultimo, databile alla metà del XV secolo, all’interno di una cornice mistilinea si vedono le insegne della Casa d’Austria, dei Conti del Tirolo, degli Stuart di Scozia e dei Trapp. Da qui un’altra porta torre con merli scalari e caditoia immetteva nel cortile interno del maniero. Il portale lapideo che si vede oggi, di gusto tardo rinascimentale a bugne alternate con capitelli tuscanici e voluta in chiave di volta, è ascrivibile alla prima metà del XVII secolo. Esso andò a potenziare e ad abbellire il primitivo ingresso trecentesco.