Descrizione
Anche se rimaneggiato più volte, l’edificio lascia vedere nell’impianto costruttivo e nella struttura un’antica origine che potrebbe risalire al XVI secolo o forse anche al periodo precedente.
Prima delle distruzioni della Grande guerra, la casa, da tempo dimora del ramo Arcangeleti della famiglia Pasquazzo, aveva al piano nobile uno stanzone adorno di stucchi, risalenti molto probabilmente al XVIII secolo, quando l’edificio doveva essere la canonica del curato di Ivano Fracena.
La facciata principale è connotata al piano terreno da un portale arcuato, parzialmente interrato, definito da conci lineari privi di capitelli e chiave di volta, simile a quello di un’altra casa di Ivano, datato 1568.
Il piano terra conserva all’interno delle belle volte a crociera, poggianti su un pilastro centrale in pietra a base quadrata, che confermerebbero l’origine cinquecentesca della casa. Diversamente, le finestre rettangolari del piano nobile sono ascrivibili per le loro caratteristiche al XVII-XVIII secolo.
Sulla parete a mattina, poco sopra una porta tamponata e parzialmente interrata dalla sopraelevazione del fondo stradale, è infissa una mezza palla di pietra che, secondo un’antica tradizione, dovrebbe corrispondere al fatto che in quella casa si dava ospitalità ai pellegrini. La mezza palla è molto simile nell’aspetto, anche se un po’ più grande, a quella che si trova infissa nella parete nord del cinquecentesco Palazzo Ceschi di Santa Croce a Borgo Valsugana, nei pressi della demolita porta orientale dell’antico centro. Lo stesso significato potrebbero avere le due mezze palle che campeggiano sulle mura meridionali di Castellalto a Telve, in alto a sinistra del portale d’ingresso.